Il panorama è cambiato ma la missione del volontariato non cambia: gratuità generativa per il bene comune
Il panorama politico è cambiato, eccome. Anche quello sociale e politico stanno cambiando sotto i nostri occhi.
Ma i problemi sono sempre gli stessi, e anche noi siamo gli stessi, con la stessa ispirazione e la stessa determinazione. Anche perché le strade nuove che abbiamo intrapreso già prima del Covid ci vedono ancora in cammino e le buone pratiche che abbiamo messo in atto sono altrettante pietre miliari in quel cammino. Siamo sempre presenti, non certo a ripiegarci su uno sterile lamento, bensì a sperimentare, proporre, animare, coinvolgere.
Le novità di cui siamo portatori ci vedono ancora una volta protagonisti. E da qui vogliamo partire per una riflessione illuminata dalla luce del Natale per proiettarla verso l’Assembla del 2023. Che vedrà un sempre maggiore collegamento con un ricco mondo diversificato che guarda a obiettivi comuni, innanzitutto la gratuità e il servizio, a difendere chi è impantanato nelle povertà vecchie e nuove, sulla frontiera della pace, quella grande e quella apparentemente minore, che riguarda singoli e comunità sul territorio.
La nostra caratteristica rimane sempre quella dell’affrontare i problemi, non lasciarli marcire né ignorarli girandosi dall’altra parte,ma rimboccandoci le maniche e fare ciò che si può, magari anche un po’ di più. Difendere il volontariato, la sua ispirazione e le sue pratiche, anche se la riforma non sostiene le realtà di volontariato che sono spesso alla base dei percorsi di cambiamento sui territori.
Si continua nei nostri confronti con le pacche sulle spalle, ma le risorse restano scarse, e rischiano di essere ulteriormente limate. Permane la logica di trattarci da cenerentola, anche se poi l’esperienza dice che è da qui che nascono imprese sociali. Gli oneri burocratici continuano a essere eccessivi. Fare rete è una delle strade che abbiamo scelto di seguire, per fronteggiare la tendenza che sta di nuovo facendo capolino nella manovra di fine anno, del dare molto a pochi, col serio rischio di aumentare le disuguaglianze.
E invece si deve di nuovo rilanciare gli ambiti per noi prioritari: un welfare comunitario, l’educazione, i beni comuni (scuola, sanità, legalità…), l’ambiente da difendere a fronte delle evidenti e catastrofiche conseguenze dei cambiamenti climatici, il sostegno a forme di economia solidale, la nonviolenza e la costruzione della pace.
E’ urgente a questo punto praticare iniezioni di positività, puntando su una visione del futuro che porti speranza, che chieda a tutti noi di tornare a sognare e a desiderare una realtà nuova possibile. Non siamo pretenziosi, non crediamo di avere la soluzione giusta per ogni cosa, siamo però impegnati nell’ascolto attivo della realtà (e delle realtà). Non partiamo da zero, ma da esempi e pratiche positive, che includano e evitino di essere di parte. La mobilitazione e la partecipazione dei cittadini a cui puntiamo potranno liberare una intelligenza collettiva che trasformerà anche la politica, quella vera che innesca processi di trasformazione e di liberazione.
Puntiamo soprattutto su forze nuove, i giovani e le donne in prima fila, per potenziare la responsabilità personale e collettiva, cambiare gli stili di vita valorizzando le riserve di gratuità presenti nel Paese.
Come recita il Documento di Indirizzo di Frascati, il Movi si impegna a divenire casa comune trasversale
per il volontariato in Italia, spazio di dialogo, relazione e impegno condiviso per tutte le esperienze di
gratuità organizzata e individuale per il bene comune.
Piergiorgio Acquaviva